13/10/2006
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L’auto ibrida parte dall’Università


GIANNI COLUCCI Don Pasquale Iuliano fa resistenza. Lo storico custode dell’università di Fisciano non vuole sostituire la sua Bianchina caffelatte con un veicolo ibrido fotovoltaico e a idrogeno. Eppure, lui sarebbe il tassello finale del progetto per la vettura ibrida, che all’università di Salerno un pool di ingegneri sta elaborando. L’obiettivo è arrivare a rendere ibrida, cioè funzionante con diversi combustibili, una vetturetta della Piaggio, regolarmente in produzione, e affidarla per la sperimentazione proprio a don Pasquale. Facezie a parte, la faccenda è seria, porta lontano ed implica il lavoro di diversi dipartimenti. Alcuni concreti risultati di questo lavoro si possono vedere proprio all’ingresso del campus di Fisciano, dove campeggia una grande pala eolica che sovrasta un campo di pannelli solari. In un altro laboratorio, invece, si sta preparando un motore a celle di combustione, cioè che va a idrogeno. La meta è produrre idrogeno con l’energia solare ed eolica (il processo si chiama idrolisi e consta nell’estrazione dell’idrogeno dall’acqua, appunto scindendo le particelle di idrogeno dall’ossigeno). A quel punto, una vera stazione di rifornimento di idrogeno erogherà il combustibile, necessario a far funzionare la macchina che verrà poi utilizzata per le normali commissioni di don Pasquale in giro per il campus: consegnare la posta, assicurarsi che le luci a fine giornata siano spente, verificare che tutti gli ingressi siano chiusi. Allora la Bianchina furgonata di proprietà del ministero dell’università, con trenta anni di onorato servizio sulle spalle, andrà finalmente in pensione. Don Pasquale con un pieno gira per l’università per una ventina di giorni, gli ingegneri che lavorano al progetto per l’auto ibrida ritengono che con un pieno di idrogeno possa fare almeno il doppio dei chilometri. Il progetto campus verde, finanziato sia dalla Provincia di Salerno che dal centro di competenza regionale, oltre che da investitori privati, parte da studi effettuati da diversi docenti della facoltà di ingegneria impegnati in più filoni di ricerca. Si va dallo studio sul fotovoltaico di Nicola Femia (il primo laureato in ingegneria elettronica dell’università di Salerno e ora docente di ruolo), all’eolico studiato da Antonio Piccolo; fino alle ricerche nel campo dell’utilizzo delle celle a combustione, quindi sull’idrogeno, di Gianfranco Rizzo e Cesare Pianese. Tutti studi che nei primi giorni di Novembre saranno presentati alla comunità scientifica internazionale nel corso di un workshop che si tiene a Fisciano, dedicato ai veicoli ibridi e solari. Un impianto fotovoltaico da 20kW intanto è appena entrato in funzione nel campus e va ad aggiungersi all'aerogeneratore da 20kW. «Siamo riusciti a brevettare alcuni nostri studi spiega Nicola Femia - che abbiamo concesso in licenza a piccole e medie aziende meridionali, piuttosto che a grandi multinazionali, che pure ce li avevano chiesti, in ossequio al nostro ruolo nella società meridionale. Ora molti giovani laureati, dopo aver fatto il dottorato da noi sono stati assunti in queste aziende, dove stanno perfezionando e applicando le loro ricerche cominciate all’ateneo». A parlare con i docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed Ingegneria Elettrica, pare che non è lontano il tempo in cui tutto il campus (oltre quarantamila iscritti e innumerevoli edifici laboratori e impianti sportivi) sarà autosufficiente dal punto di vista energetico. Come si sgombra il campo dal luogo comune che non si possa fare ricerca nelle università meridionali: «Noi riusciamo a farla sia con aziende americane e piccole aziende italiane che ci finanziano i progetti, sia direttamente in ateneo. Come non vediamo grandi problemi sul piano della formazione visto che i nostri allievi si appassionano e al campus vivono esperienze dirette nella sperimentazione come e meglio di tanti loro colleghi di altre università del resto del mondo», dice Femia che continua a ricevere docenti da tutto il mondo che, arrivati a Fisciano, si meravigliano dell’ambiente e dell’atmosfera internazionale che vi si respira. Per ora il difficile sta solo nel convincere don Pasquale a salire sul furgoncino ibrido.

Il parco eolico-fotovoltaico dell’Ateneo. In alto, don Pasquale e i docenti con la vettura ibrida