Sessione 3. (14:30-15:45) - Politiche industriali e sviluppo territoriale
Distretti tecnologici e processi di ricerca nel settore automotive
Vito Albino
DIMEG, Politecnico di Bari
La crescita del settore automotive e il ruolo che esso
può avere per lo sviluppo dei territori sono da tempo al centro
dell'attenzione delle politiche industriali e di sviluppo. Gli obiettivi
di occupazione e di generazione di indotto sono sempre stati considerati
centrali nelle azioni volte a sostenere l'insediamento in specifiche
aree geografiche di unità produttive (di imprese sia nazionali
che estere) e la crescita del sistema imprenditoriale locale. Se da
un lato quindi le politiche industriali si sono posti tali obiettivi,
dall'altro i fenomeni di ristrutturazione che hanno interessato il settore
su scala globale hanno posto nuove esigenze e sfide industriali. In
particolare, le esigenze di "accorciare" la distanza fra le
attività di R&S e quelle manifatturiere, di presidiare lo
sviluppo delle conoscenze core e di localizzare attività in aree
geografiche a più basso costo del lavoro impongono ripensamenti
strategici anche a livello di politiche industriali.
Lo sviluppo del settore automotive in ambito nazionale,
ma anche il mantenimento di attività produttive in realtà
locali che storicamente hanno visto la presenza di tale settore, può
essere perseguito attraverso il rafforzamento dei processi di ricerca
industriale e di innovazione nel settore.
Tra le azioni strategiche adottate, lo sviluppo di distretti
tecnologici è stato considerato nell'ultimo decennio in Italia
particolarmente significativo. L'idea di fondo di rafforzare le relazioni
tra le istituzioni di ricerca e formazione, pubbliche e private, ed
il sistema delle imprese mira a costituire quella "vischiosità"
nel territorio che possa rendere più difficile la smobilitazione
delle unità produttive e, auspicabilmente, più attrattivo
il territorio agli investimenti nella R&S anche da parte delle imprese.
Tale politica deve comunque scontare alcune specificità connesse
alle singole realtà territoriali interessate, al contesto tecnologico
di riferimento, nonché alle caratteristiche degli attori coinvolti.
Il caso del distretto tecnologico della meccatronica,
localizzato nell'area barese e fortemente vocato al settore componentistica
automotive, può costituire un interessante esempio di come le
specificità menzionate possano richiedere affinamenti nelle politiche
industriali e di sviluppo del territorio.
A tale riguardo, si individuano tre azioni che una politica
industriale dovrebbe essere in grado di svolgere perché tale
realtà possa aspirare a sopravvivere: stimolare la localizzazione
di centri di ricerca privati, sostenere la nascita/crescita di "campioni"
locali, promuovere l'allineamento e lo sviluppo delle competenze scientifiche
e tecniche necessarie perché possa attuarsi una reale integrazione
tra università, centri di ricerca e imprese.