Sessione 3. (14:30-15:45) - Politiche industriali e sviluppo territoriale
Qualità Totale, organizzazione della Fabbrica Integrata e decentramento
produttivo nel Mezzogiorno: il passaggio del gruppo Fiat da Industria
a In-dustria.
Pasquale Persico
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università di Salerno
Nel bel saggio di Luciano Gallino "La scomparsa dell'Italia
industriale", edito da Einaudi, si sottolineava, a proposito del
settore auto, che il problema principale rimaneva quello di arrivare
a produrre un volume di super componenti, da aggiungere ad una produzione
completa, che consenta una produzione equivalente di 3 milioni di auto
per anno. Seppure ipotizzata come strategia, l'ipotesi veniva in ogni
caso ritenuta improbabile, allora, data la eccessiva diversificazione
di attività del gruppo (2002).
L'intervento che viene presentato al convegno parte da
queste considerazioni, e constatando che questa ipotesi è oggi
nel piano industriale del Gruppo, e quindi probabile in termini di realizzazione,
affronta il tema del cambiamento organizzativo come nuova visione della
Fabbrica integrata.
Il tema della qualità totale, dell'organizzazione
delle attività nella e fuori della Fabbrica integrata, il terzismo
e l'identità territoriale, vengono rivisitati alla luce di un
nuovo approccio teorico in cui si accenna al passaggio definitivo della
organizzazione produttiva dalla forma Industria, in cui il produrre
dentro era il modo di accumulare vantaggi competitivi, alla forma organizzativa
di In-dustria cioè di un'organizzazione produttiva che si avvantaggia
ogni giorno delle informazioni che entrano (in) nel modello organizzativo,
e questo è capace di riposizionare il modo di produrre qualità
e organizzazione.
La nuova Fiat grazie all'esperienza consolidata delle
pratiche di World Class Management, pur ispirandosi al modello Toyota,
riesce ad integrare nuovi modelli di controllo di qualità (Sei
sigma day è diventata una consuetudine) utilizzando le nuove
tecnologie disponibili fino ad accumulare vantaggi tecnologici sempre
più allargati nei tanti prodotti core componenti del prodotto
auto.
Oggi il DNA del Gruppo Fiat è sufficientemente specifico da poter
parlare di un' articolazione organizzativa capace di produrre Know-How
specifico.accumulato e localizzato (il nuovo investimento in formazione
ed impianti a Pomigliano si spiega in questa visione).
Le nuove tecnologie si allontanano in parte dal tentativo
di automazione spinta, per dare valenza al decentramento che assume
sempre più un carattere di possibile sistema territoriale con
valenza diversificata. L'ipotesi che la nuova in-dustria possa beneficiare
di vantaggi dovuti a progresso tecnico localizzato, restituito attraverso
nuovi processi di learning by doing, non è più improbabile,
specie se accompagnati da specifici modelli di politica industriale
a governance regionale e locale.
Le nuove tecnologie utilizzate non sono solo quelle spinte
dalle ICT ma spesso posso essere ridefinite a valenza ICKT, dove la
K sta per Knowledge, e sottolinea che le modalità di trasmissione
delle conoscenze e le modalità di accumulazione vengono accelerate
nei nuovi modelli organizzativi disponibili. L'integrazione di CAD/CAM/CAE
richiedono nuove modalità di penetrazione di Knowlwdge-Base Engineering
Technologies, queste vanno stressate in nuove interazioni capabilities-competence,
così che le stesse finiscono per produrre milioni di informazioni
provenienti dal mercato (clienti e Fornitori) , dagli utilizzatori (operai
ed ingegneri), dai fornitori di servizi (assistenza e commercializzazione),
dai manutentori (di impianti) , dai laboratori di ricerca e sviluppo
(interni ed esterni.
Se la Fiat è allora in-dustria e non più
industria, la politica industriale regionale può avere un ruolo
se interpreta ed intercetta lo spazio per le economie esterne capaci
di riprodurre i vantaggi competitivi localizzati, sempre più
dipendenti dalla qualità del capitate umano e dal capitale sociale
riproducibile. Il terzismo dell'in-dustria se affrontato con consapevolezza
potrebbe essere meno rischioso di quello dell'industria.
Vedi anche: P.Persico,
Il Denaro, Fiat, il cambiamento e Gianbattista Vico